Giacomo Leopardi, uno di noi?

Leonardo Maltese in un fotogramma della serie TV Leopardi, il poeta dell'infinito 
 

La presentazione all’81esima mostra del cinema di Venezia della miniserie televisiva su Giacomo Leopardi è una conferma della popolarità di cui lo scrittore e poeta recanatese sta godendo in questi anni. 
Nel  2016 Alessandro D’Avenia pubblica con L’arte di essere fragili il suo dialogo a distanza con Leopardi sulle tappe della vita e le “arti” che con esse si apprendono. Molti ricorderanno, poi, “Il giovane favoloso”, l’inteso film del 2014 di Mario Martone sulla vita del poeta
Nel 2019, in occasione dei 200 anni, dell’Infinito, la RAI dedica una serie di letture da parte di importanti voci della cultura contemporanea a quello che è il testo leopardiano più celebre. 
Recentissimi, del 2023, sono i libri di Marco Antonio Bazzocchi, Spalancare gli occhi sul mondo. Dieci lezioni su Leopardi (Il Mulino) e di Raffaele Ascheri, Giacomo Leopardi. Una biografia non autorizzata (Cantagalli). E questo solo per fare alcuni esempi. 

La notizia è che nei prossimi mesi sulla Tv nazionale verrà trasmessa la miniserie Sergio Rubini con Leonardo Maltese nei panni del poeta.

Leopardi non fu un poeta né un personaggio popolare alla sua epoca. Pur trovando importanti estimatori e sostenitori (fra cui l’amico Pietro Giordani), Leopardi passò buona parte della propria esistenza fra un isolamento voluto e ricercato e il radicato sentimento di essere ben poco compreso, se non addirittura rigettato  dai suoi contemporanei.

Egli stesso non era, d’altra parte, particolarmente affascinato dalle idee del suo tempo, né dal cattolicesimo, né dalla passione per la letteratura romantica, né dal facile ottimismo progressista che criticava costantemente e con veemenza


Recanati, il "natio borgo selvaggio" 

Se noi dobbiamo risvegliarci una volta e, e riprendere lo spirito di nazione, il primo nostro moto dev'essere, non la superbia né la stima delle nostre cose presenti, ma la vergogna. E questa ci deve spronare a cangiare strada del tutto e rinnovellare ogni cosa. Senza ciò non faremo mai nulla. Commemorare le nostre glorie passate, è stimolo alla virtù, ma mentire e fingere le presenti è conforto all'ignavia, e argomento di rimanersi contenti in questa vilissima condizione. 

(G. Leopardi, Zibaldone, 24 marzo 1821) 


Recanati fu oggetto per lui di amore-odio, Roma una delusione. A Firenze Leopardi ebbe il dispiacere di vedersi negare da parte dell’Accademia della Crusca il premio di mille scudi per cui concorreva per le sue Operette, giudicate troppo malinconiche e senza speranza.

Poco integrato nel suo tempo, Leopardi suscita oggi tanto interesse e verrebbe da chiedersi perché. Difficile dirlo. 
Forse è un po’ la sorte di tutti i geni che provano a rispondere a delle domande che i contemporanei non si sono neppure ancora poste. 
Forse perché la sua ostinata e disperata ricerca della felicità è tanto vicina a questa nostra epoca così desiderosa di godere, ma così incapace di soddisfazione. 
Forse perché la sua constatazione dell’assenza di senso dell’esistenza parla al nostro io più di quanto noi stessi vogliamo ammettere. 
In buona parte, credo, perché siamo affascinati, più che dalle sue opere, dalla sua biografia, da una storia di fragilità fisica, di oppressione familiare, di solitudine, che diventa, nei secoli, successo e riscatto. Chi lo sa. 

E così, dopo quasi duecento anni dalla morte di Leopardi, il poeta di Recanati potrebbe trovarsi a divenire un' odierna icona pop
Ovviamente quest'operazione ha un costo. Per rendere Leopardi interessante agli occhi del pubblico moderno, vorace divoratore di storie, si mettono da da parte  la sua sofferenza, la sua vena polemica, la sua deformità fisica, la sua solitudine, per concentrarsi sulla sua sensibilità, sul suo spirito di contestazione, sul suo desiderio di amore e di amicizia. 
Insomma, il Leopardi che interessa oggi è meno disperato e pessimista e più dinamico e rivoluzionario Forse, perché no, anche più bello e socievole.  

Ogni tempo, ovviamente, "legge" il passato nel modo che ritiene più opportuno e più vicino ai propri interessi e alla propria scala di valori. 
Eliminare gli aspetti più spinosi o sgradevoli del personaggio Leopardi può è, vero, attirare un buon numero di curiosi a scoprire qualcosa in più di lui. Viene però da domandarsi se un Leopardi depauperato di questi aspetti possa mantenere la sua dirompente forza di comunicazione. 
Non dimentichiamo che la sua sofferenza non fu altro che il prodotto di una sensibilità estrema, la stessa che lo portò a cogliere con  l' intensità che ci affascina anche la bellezza della vita.